Breve storia della filosofia calabrese

di Vittorio Emanuele Esposito


Momenti e figure del pensiero filosofico in Calabria.
La filosofia nella Calabria della Magna Grecia
Gioacchino da Fiore e la storicizzazione del dogma trinitario
Bernardino Telesio: il mondo descritto e spiegato iuxta propria principia
Tommaso Campanella: la metafisica del Sole e il suo fondamento antropologico
La “filosofia dell’esperienza” di Pasquale Galluppi e la “filosofia dell’osservazione” di Vincenzo De Grazia

BREVE STORIA DELLA FILOSOFIA CALABRESE

Per cominciare: Che cos’è la filosofia?

Prescindendo dai contenuti che tradizionalmente ne costituiscono il campo di indagine specifico – l’essere e il divenire, le forme del conoscere, il bene, il bello, l’utile ecc.- la filosofia è il nostro pensiero che riflette su se stesso e sul pensiero altrui allo scopo di giudicare la corrispondenza tra asserzioni ed enunciati, nei quali la consapevolezza degli esseri umani di volta in volta si determina, e quanto risulta al soggetto pensante sulla base della propria esperienza, del suo personale sapere, delle sue conoscenze, della sua intelligenza critica.

[Questa stessa preliminare definizione della filosofia, nel momento in cui viene espressa e comunicata ad altri, è suscettibile di critica filosofica]

La filosofia è, dunque, il punto di osservazione più alto che si possa assumere rispetto agli oggetti della nostra coscienza: cose, fatti, immagini, concetti, idee, affermazioni/negazioni, discorsi. Il discorso intorno alla filosofia, che può essere denominato «meta-filosofia», è pur sempre “filosofia” e non può essere trasceso da discorsi di altro genere e livello, che, in quanto determinati nei loro contenuti e nella loro natura, sono sottoposti all’esame del soggetto cosciente e costituiscono la materia del suo giudizio critico.

La filosofia, perciò, come orizzonte che comprende, commisura e valuta tutti i prodotti culturali del genere umano - teorie, ideologie, dottrine religiose, credenze, opinioni, seguendo il suo intrinseco bisogno di verità, è un’attività essenzialmente e intenzionalmente laica, cioè scevra di presupposti e aperta a soluzioni e conclusioni non scontate in partenza, anche se il suo laicismo programmatico non coincide con la regola pratica che nelle società plurali garantisce la convivenza o almeno la coesistenza di gruppi legati a visioni del mondo differenti e più o meno compatibili tra loro.

La verità, infatti, è refrattaria al pluralismo. Vi sono certamente molteplici verità, che riguardano oggetti diversi o si riferiscono al medesimo oggetto considerato, però, da diverse prospettive o analizzato in base ad interessi differenti. E’ questo il motivo per cui la comunicazione tra i soggetti umani è il più delle volte difficile, complessa, conflittuale o inconcludente. Ma la verità, in se stessa, o è o non è; non sono possibili due o più enunciati ‘veri’ sullo stesso oggetto, una volta che l’oggetto, sia stato messo a fuoco con precisione e in modo inequivocabile, in se stesso e nel suo contesto di fronte al nostro sguardo mentale.

“Qui ed ora, piove o non piove”

“La terra è tonda o piatta”

“Lo Yeti dell’Himalaya esiste o non esiste”

Naturalmente per decidere sulla verità di un enunciato dobbiamo disporre di tutti gli elementi necessari e, ove manchino, siamo costretti a ricorrere ai procedimenti di induzione o di inferenza fondati su conoscenze solide già in nostro possesso. In quest’ultimo caso le verità ottenute saranno più o meno plausibili, probabili, certe, ma in ogni caso una e una sola è la risposta vera a domande che possiamo risolvere solo per via ipotetica. Prima dell’era dei satelliti, che hanno fotografato la forma della terra, i geografi avevano messo a punto prove induttive-inferenziali che ne attestavano la sfericità. Mancava l’ultimo sigillo, quello dell’osservazione diretta. Perché, conoscere è essenzialmente vedere, fisicamente o mentalmente, il proprio oggetto; meglio ancora è osservare.

Bernini

bocca verita

Due assiomi conclusivi

«Non c'è la filosofia, ci sono i filosofi»

Tutti gli uomini lo sono e possono esserlo. Nessuno enuncia tutta e intera la Verità, ma alcuni, soprattutto tra quelli che dedicano la propria esistenza alla sua ricerca possono rintracciare e comunicare alcune verità importanti (per questo è utile conoscere la storia del pensiero filosofico).

«La verità è dell'uomo e per l'uomo»

Unico tra gli enti di questo mondo che conosciamo, l’uomo cerca la verità e se ne pone il problema. Parlare di verità non ha senso se non in riferimento alla natura e ai bisogni dell’essere umano, che tra le sue potenzialità possiede il pensiero e il linguaggio. Se un giorno entreremo mai in rapporto con altri esseri pensanti e parlanti probabilmente ci troveremo di fronte a verità di diverso genere e dovremo cercare enunciazioni ‘vere’ per gli uni e per gli altri.

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