Il nuovo anno accademico sarà un anno difficile soprattutto a causa del coronavirus. Lo sarà per il mondo intero e dunque, a maggior ragione, per la nostra Associazione che opera in un territorio tra i più disagiati e meno attrezzati d’Italia. Troppe, poi, le incognite a livello regionale: dalla situazione economica, al problema del lavoro, all’ambiente, alla scuola. A queste si aggiunga la questione salute che diventa prioritaria per chiunque. E lo sarà certamente per noi che operiamo su una scala di valori e principi improntati al non profit e sugli adulti, con prevalenza di soci in età avanzata e dunque di una fascia più vulnerabile. Cosa implica tutto ciò? Non certamente la rassegnazione o la rinuncia ad un programma adeguato, che svolgeremo in conformità a quanto siamo riusciti a garantire in questi 13 anni di attività. Semmai saremo impegnati a rilanciare la nostra presenza in termini di maggiore qualità e responsabilità. Lo faremo aggiornando il programma, apportando modifiche all’aspetto organizzativo e utilizzando nuovi strumenti. Per fare tutto ciò punteremo ad un coinvolgimento più fattivo e continuativo del gruppo dirigente e dei soci tutti dell’UPMED, così come ci siamo detti dopo la fase del lockdown nell’assemblea generale di maggio e in quella del 10 Settembre scorso, quando ho potuto riscontrare una volontà davvero straordinaria da parte di tutti gli intervenuti volta a rilanciare la nostra Associazione. In queste iniziative tutti hanno ribadito che la nostra Associazione, per quello che ha fatto in questi anni, è diventata una presenza indispensabile alla crescita culturale ed elemento di coesione sociale della nostra realtà.
Da queste brevi considerazioni ne discende che confermeremo l’impianto che ci siamo dati nel tempo, ma inseriremo modifiche imposti dalla situazione eccezionale nella quale ci troviamo. Decideremo, di conseguenza, con voi quali iniziative si faranno in presenza, quali on line. Fermo restando che tenteremo di privilegiare le attività in presenza, ma organizzate in modo tale da garantire la salute dei soci.

In quest’ottica organizzeremo i corsi degli anni passati (Inglese, Spagnolo, Computer, Yoga, Pittura, Storia, Archeologia e Storia dell’Arte, Alfabetizzazione per l’integrazione degli stranieri), dando maggior spazio al corso sulla salute e a quello sulla digitalizzazione. Sulla salute ci collegheremo con esperti a livello nazionale messi a disposizione dell’Unieda ed esperti locali che ci dovranno seguire sulle patologie più ricorrenti e sul coronavirus, tenendoci informati sulle misure di prevenzione, cura e vaccini. Per quello che concerne il problema della digitalizzazione, puntiamo ad organizzare un corso di informatica generale e uno per trattare l’uso quotidiano del telefonino e quello del computer, con tutti i servizi che si possono svolgere attraverso questi formidabili strumenti. Per ampliare l’offerta e rendere i corsi più sicuri ci proietteremo nei Quartieri della città, attraverso l’Università di Strada e organizzeremo alcuni corsi di mattina e altri di pomeriggio. Un cambiamento che si renderà necessario sarà quello della sede dei corsi in presenza. Per queste attività verosimilmente utilizzeremo la sede del Dopolavoro Ferroviario, sia perché probabilmente sarà impossibile disporre degli Istituti scolastici, sia perché il Dopolavoro dispone di ampi locali e di un bello spazio all’aperto. Le visite guidate saranno pianificate in modo tale da garantire le distanze e la sicurezza. La gran parte di queste visite, sempre per ragioni di cui sopra, si svolgeranno in Calabria senza pernottamento. La prima visita sarà a Roccella Ionica agli inizi di Ottobre. In primavera, alla luce della situazione sanitaria, prevediamo di recarci fuori regione. Importanti e qualificati saranno i dibattiti, le Conferenze e le presentazioni di libri che abbiamo in programma. Il primo lo abbiamo tenuto il 18 Settembre sul Referendum Costituzionale con la partecipazione di Parlamentari, Professori Universitari e membri dell’UPMED. Certamente non rinunceremo alla Collana dei Quaderni dell’Upmed, che sta riscuotendo tanto successo, per cui quest’anno pubblicheremo il quinto Quaderno su “Personaggi ed Eventi di Calabria”. Infine organizzeremo delle giornate dedicate alla salute, all’informatica, al Terzo Settore.
La pandemia mette tutti a dura prova. Mette il mondo, l’Europa, l’Italia nella necessità di cambiare profondamente il modello di sviluppo e lo stile di vita che finora si sono affermati. Il modo migliore per affrontare questa fase è viverla come opportunità per produrre cambiamenti che ci permettano di affrontare l’oggi e il domani, evitando che i mali di questo secolo si ripresentino in futuro addirittura più cruenti che in passato. Parlo dei problemi della salute nostra e del pianeta, del clima, delle povertà, delle disuguaglianze tra i popoli e nelle diverse aree dello stesso Paese, delle guerre regionali, del dimenticato rischio nucleare, delle nuove pandemie da virus che quasi certamente arriveranno, delle crisi economiche e delle disoccupazioni di massa, in particolare delle nuove generazioni! Queste “patologie di sistema” non si eliminano ritornando al passato, ma ritornando ad un futuro diverso. Consapevoli che cambiamenti così profondi avranno bisogno di nuove scelte politiche, economiche, istituzionali, ma anche culturali. In particolare di innovazioni tecnologiche, di digitalizzazione del sistema, di green economy ,di un salto di qualità della ricerca e perfino di un’organizzazione diversa della democrazia in direzione di una maggiore partecipazione dei cittadini alla vita pubblica.

In questo contesto s’inserisce il ruolo del Terzo settore e delle Università Popolari, in particolare. Il ruolo delle scuole, delle Università, dello Stato dovranno essere rafforzate, ma non basteranno da soli a preparare i cittadini attivi del futuro. C’è bisogno dell’impegno del Terzo Settore e delle università Popolari che possono arrivare dove lo Stato non arriva. C’è bisogno del loro supporto soprattutto per colmare l’analfabetismo funzionale che è destinato ad aumentare con l’incremento dell’uso delle nuove tecnologie e dell’informatica. Sarà, dunque, necessario un processo di incessante aggiornamento, di una continua manutenzione della mente e, quindi, di riscoprire e valorizzare il processo di apprendimento permanente in termini di lifelearnig, widelearning e deeplearning che noi siamo abilitati e preparati a fornire. Senza questi aggiornamenti avremo un Paese arretrato, dei cittadini passivi alla mercé degli sfruttatori di turno. In questo percorso obiettivo noi ci poniamo l’obiettivo di favorire lo sviluppo di una società coesa e solidale. E qui mi preme chiarire un punto del nostro lavoro. La promozione sociale non si realizza solo con iniziative verso il disagio economico, gli immigrati, gli handicappati, i senza lavoro, che noi promuoviamo e dobbiamo continuare a perseguire, ma anche attraverso iniziative mirate al disagio culturale. In tal senso, come si possono definire le iniziative tese all’inserimento della terza età nella società operante, se non di segno sociale? L’adulto che non sa usare il computer, lo smartphone, che non manutenta la mente, che non svolge attività “sportive” attraverso lo Yoga o la ginnastica dolce, non presenta solo un deficit culturale, ma anche di ordine sociale! Consapevoli di ciò l’Upmed svolgerà quest’anno un programma più complesso e articolato degli anni passati. E lo faremo come sempre a livello di volontariato, con tutti i nostri soci ed interlocutori che partecipano alle nostre attività senza scopi di lucro. L’unico loro e nostro interesse è quello di dare un contributo a costruire un mondo più equo e umano, a mettere il nostro Paese e la nostra Regione al passo con i tempi che sono difficili, ma che si presentano come occasione per costruire un assetto di società rispondente ai processi in corso. A tal fine metteremo mano alla rimodulazione del nostro statuto, che dovrà recepire le norme previste dalla riforma del terzo Settore, ma soprattutto caratterizzare il nostro impegno in termini di promozione sociale, oltre che culturale.